mercoledì 28 agosto 2013

Non c'è abbastanza saggezza...

Noi giovani del nuovo millennio non siamo abbastanza saggi, anzi, diciamo che la saggezza non sappiamo neanche cosa sia.

I vecchi saggi, quelli che avevano capito tutto (o quasi) della vita, dicevano verità assolute, ineluttabil.

"Chiusa una porta, si apre un portone": ahhhh, che bell'inno alla vita, alla positività, all'ottimismo, alla speranza (che è l'ultima a morire e la prima ad incularti... Ma Vabbeh), alla gioia. 
Si sa che chiudere un capitolo della propria vita, può essere doloroso e difficile ed ecco che questo proverbio, buttato lì poteva alleviarti per un istante quel dolore.

Poi siamo arrivati noi, i giovani di questo nuovo millennio, disillusi, emo, incazzati con il mondo e abbiamo ben pensato di rivisitare il detto creando una mega boiata di frase trasformata in link su fb (perché sennò che gusto c'è) che suona così: "Chiusa una porta si apre una birra."

Wait, wait, wait "Chiusa una porta si apre una birra."?!
No, no, no, non ci siamo PE GNENTE. 
Dunque, oggi mi sento in pace con questo mondo barbaro, barbino e miserrimo, quindi non vi tedierò con i miei racconti su quante volte, dopo aver chiuso una porta, mi si sono aperti solo piccolissimi, quasi invisibili punti luce e non portoni maestosi, MA no, una birra no.
L'alcool fa ingrassare, la birra ti fa venire la pancetta alla Homer Simpson e tutto questo non può accadere proprio quando sei tornato/a single e devi splendere come una stella, la luna, il sole e la via lattea, tutti insieme.
Ditemi voi, se non è lapalissiano che non c'abbiamo capito un cazzo, ditemi voi se è possibile storpiare un detto tanto in negativo, ditemi voi se non è vero che non siamo saggi. 

Se quando si chiude una porta, apriamo una birra, rischiamo che l'unico portone ad aprirsi sia quello di un ospedale causa coma etilico, perché è inutile prendersi in giro, in certe circostanze una sola birra non è sufficiente.
E allora, io dico no alla calorie che ti fanno diventare tutta ciccia e brufoli, proprio nel momento meno opportuno della tua vita. 
E dico un sì con l'eco, alla saggezza degli antichi.

domenica 4 agosto 2013

Perdite e silenzi

Non devi aver paura di perdere chi non ti dimostra affetto ed interesse. 
Non puoi star male per qualcuno che non ti parla, che non è sincero e coerente.
Devi pensare che a perderci non sei tu, perché tu hai fatto tutto quello che potevi, hai dato il meglio di te, ti sei impegnata a tenere a bada i tuoi lati peggiori.
È questo che mi ripeto da tanto, troppo tempo ormai. 
Lo so che è così, ma chissà perché la ragione non va mai a braccetto con il cuore. 
Tra il dire e il fare c'è di mezzo un mare di parole, di pensieri, di emozioni, di sentimenti e di paure. 

Le perdite mi disorientano, non le comprendo, mi spaventano. È per questo che io ci sono sempre, non nego mai una mia parola e la mia presenza.

Diffida da quelle persone che entrano nella tua vita facendo troppo rumore e che poi se ne vanno in silenzio... E non parlo di quel silenzio dignitoso, di chi ha capito che è il momento di andar via, ma mi riferisco a quel silenzio ostinato, ingiustificato, ostruzionistico e vile di chi non sa neanche perché ha deciso di lasciarti da sola e, quindi, non può spiegartelo. 

I silenzi non mi piacciono, non colmano le mancanze anzi, le rendono ancora più fitte, creano dubbi e vuoti insopportabili. 

Devi cancellare le persone che ti fanno star male e non servirà a niente bloccarle su whtasapp o eliminarle dalla tua lista amici di fb, se non sei pronta psicologicamente a distaccarti da loro.
Il vero cambiamento, quello che porta alla guarigione di ogni ferita dell'anima, inizia da noi stessi e non può aiutarci nessuno. La strada è tortuosa e in salita ma alla fine di questo cammino, sarai più forte e più consapevole di te stessa e di quanto vali. 

Io, questa strada l'ho percorsa tante volte, ogni volta con uno spirito diverso, ma con lo stato d'animo di chi ha subito una delusione e spera, sempre, di non riviverla più. 

Non fare entrare nella tua vita chi si crede furbo, chi non ti guarda negli occhi quando gli parli, chi non è vero e cristallino, chi ti dice bugie stupide, chi non ha il coraggio delle proprie azioni, chi non c'è mai per te, chi non si assume le proprie responsabilità, chi ti nega delle spiegazioni doverose, chi ti dice tante belle parole che non sono mai accompagnate da fatti...
Non dare una seconda possibilità a chi ti delude, perché se l'ha fatto una volta sarà in grado di rifarlo.

Io, persone di questo genere ne ho incontrate tante e le so anche riconoscere per tempo, ma poi, non so perché scelgo sempre di fidarmi. Ma adesso basta, non voglio più fidarmi...

venerdì 2 agosto 2013

Flusso di coscienza.

Sono sparita, non ho più scritto e non c'è un vero motivo.
L'apatia, l'inquietudine e il nervosismo hanno preso il sopravvento su di me e non mi hanno permesso di essere presente.
 Luglio è stato un mese lungo, infinito, pesante e, alla fine, deludente. 
Adesso spero che qualcosa cambi, che io possa cambiare. Ce la farò? Non lo so, non credo. 

Di nuovo, posso solo dirvi che sono a casa, con la mia famiglia e starò qui, in Sicilia, per tutto agosto.
E da settembre? Si ricomincia, con i buoni propositi, con tanti obiettivi e con la speranza di raggiungere dei traguardi agognati ma che, allo stesso tempo, mi preoccupano così tanto da non essere sicura di volerli raggiungere. 

La mia vita è il solito trambusto. Io sono la solita "pazza" sempre alle prese con i miei miliardi di pensieri, le mie notti insonni, la mia incapacità di dare il giusto peso a certe situazioni e ad alcune persone. 
L'anno scorso, in estate, prendevo decisioni importanti che hanno cambiato, profondamente, la mia routine. È passato quasi un anno e non so ancora dire se le mie scelte siano state giuste o sbagliate. 
È stato un anno intenso, pieno di colpi di scena, molti dei quali avrei preferito non accadessero. 

Cambiano tante cose in un anno, cambiano troppe cose in pochi giorni ed io non riesco ad abituarmici. 
Io non amo i cambiamenti, non so gestirli, non ci riesco neanche quando ne sono l'artefice. 
A volte, ho la sensazione che la vita mi scivoli tra le mani, che scorra senza che io ne partecipi. Mi sento un'osservatrice e non la protagonista della mia esistenza. Sarà perché spesso, quello che mi succede non lo desidero, sarà perché io ho bisogno di più tempo per metabolizzare gli eventi.

Mi auguro solo che da adesso in poi, possa arrivare un po' di serenità anche per me, spero che le cose possano andare tutte al loro posto, che quanto ho seminato sia stato ben seminato e che il raccolto possa essere dei migliori, vorrei dei tempi più tranquilli, vorrei sentirmi in pace e liberarmi di questa inquietudine che mi accompagna costantemente da troppo tempo.
Durante quest'anno, sono successe cose che mi hanno destabilizzato profondamente, ho conosciuto tante persone, sono stata felice come mai prima, ho pensato che fosse arrivato il mio momento perfetto ma poi ho capito che non era così. 
Quando subisci delle delusioni, ti crolla il mondo addosso e ti senti tremendamente sola, senti il peso di un'ingiustizia e ti chiedi perché proprio tu debba sentirti così male. Cerchi delle risposte a tutti i costi, ti colpevolizzi per aver creduto tanto in qualcun altro e ti riprometti di non farlo più. 
È probabile che questo possa indurirmi o inaridirmi, ma cos'altro potrei fare per evitarmi una sofferenza? 


martedì 2 luglio 2013

Estate...

D'estate cambia tutto.
L'estate mi spaventa perché è una stagione strana, è come se il tempo si fermasse ma, in realtà, passa velocemente. 

Estate è tempo di: famiglia, amiche, partenze, ritorni a casa, mojito, feste in spiaggia, pasta fredda, granita e brioche, notti insonni, zanzare, caldo fastidioso, aria condizionata, ventaglio in borsa, mare, insalate, chiusure, nuovi inizi... 
In estate si prendono decisioni che cambiano il corso della tua vita, in modo più o meno rilevante. Lo sanno tutti che la lista dei buoni propositi non si stila il primo dell'anno, ma durante i primi giorni di settembre, ed è sempre il risultato dell'estate che abbiamo passato. 

In estate tutte le verità vengono a galla, scopri se, nei mesi precedenti, hai seminato nel modo giusto o se hai solo perso il tuo tempo prezioso. 
In estate puoi perdere cose a cui tenevi, persone con le quali hai condiviso momenti importanti, puoi conoscere nuova gente e decidere di farla entrare nel tuo cuore o nella tua mente, puoi confermare delle impressioni che avevi, trasformandole da semplici dubbi in magnifiche/terribili certezze, puoi consolidare rapporti a cui non avresti mai dato un briciolo di credibilità, o al contrario, puoi vedere crollare storie consolidate sulle quali non hai mai titubato prima.

Io non so se voglio che quest'estate abbia inizio per me, in questo momento, preferirei mettere tutto in  stan by o, ritrovarmi già ad ottobre. 
So già che in autunno, tante cose cambieranno e questo per un'abitudinaria come me, è già troppo faticoso e preoccupante. 
La scorsa estate è stata sconvolgente, ho preso decisioni che hanno stravolto i miei piani e, ad oggi, non so se ho fatto bene o meno. 
Sono ancora impegnata a fare i conti con gli effetti dell'estate 2012, quindi adesso non sono pronta... E non è la prova costume a terrorizzarmi, perché per quella adotto la fantastica filosofia del "sti cazzi".
Onestamente vi dico, che ieri quando mi sono svegliata e sull'iphone ho letto: 1 luglio, sono stata presa dal male di vivere più assoluto, un'ansia, un disorientamento, panico-paura e disperazione. Ho passato una giornata pessima e oggi non sarà migliore perché è già il 2 luglio. 
Sono molto spaventata. Sappiatelo. 

mercoledì 26 giugno 2013

Una siciliana atipica...

Sono una siciliana atipica.
L'ho sempre saputo, ma in questi giorni lo noto di più. 
Le persone che conosco da poco, con le quali non parlo molto, non credono che io sia siciliana. 
Non ho un accento troppo marcato e neanche i colori mi aiutano, non sono certo la classica donna mediterranea... Anzi. 
Ho vissuto per anni lontana da casa e ho avuto coinquilini di ogni parte d'Italia, quindi ho perso molto delle mie espressioni tipiche e del mio dialetto. 
Caratterialmente, però, non ci sono dubbi: sono sicilianissimerrima.
Schiva, silenziosa quando devo "studiare" le circostanze perché a un vero siciliano non sfugge mai niente, permalosa, con un senso del rispetto estremo verso il prossimo, generosa ed anche un po' gelosa. 
Il tipico siciliano è uno che combatte guerre ideologiche infinite per le "questioni di principio". 
Per noi, tutto è "questione di principio" sia in positivo che in negativo. 

Per le "questioni di principio" più futili, sono finiti, a volte, anche iniziati amori consolidati, amicizie, rapporti di lavoro, si sono distrutte famiglie...
Insomma non c'è arma più letale di una questione di principio. 
Stanotte, mentre non riuscivo a dormire, riflettevo sulla mia vita e a quante battaglie ho combattuto negli anni. Pensavo a quante volte, parlando con mia madre mentre le raccontavo cosa mi stava accadendo, definivo quella situazione come una "questione di principio". Troppe volte. 
E così, in una notte d'estate, che d'estate non aveva niente, ho deciso di distaccarmi dalla sicilianità.
Stanotte ho deciso che non voglio più occuparmi delle "questioni di principio", ho deciso che sono troppo per me, che io non ce la posso fare e che preferisco farmi scivolare addosso quello che mi succede senza sprecare energie, tempo, forza, attenzione e salute in cose che succedono e per le quali non mi do delle spiegazioni. 

sabato 22 giugno 2013

Il mio inconscio mi sta dicendo qualcosa...

Ho fatto due sogni.
Uno, non è oggetto di post, mi è servito solo a capire che, nonostante io- razionalmente- sia la persona meno romantica sulla faccia della terra, sotto sotto ( ma proprio tanto in fondo) un po' di dolcezza regna anche in me. La cosa non mi tange affatto, non ci sono stati gioia e gaudio nel fare questa scoperta, probabilmente, avrei preferito continuare ad ignorare questa mia parte ingenua. 

L'altro sogno, invece, è proprio il classico sogno da me che ha dato vita ad una riflessione esistenziale, anche detta: pippa mentale, non indifferente.

Vorrei essere una persona migliore, vorrei ancora credere negli altri, vorrei avere più fiducia in chi mi circonda, vorrei avere quell'ingenuità che ti permette di fidarti e affidarti, vorrei che le fregature collezionate negli anni non mi avessero resa così diffidente da non riuscire a lasciarmi andare MAI, vorrei non avere quella certezza di poter credere solo in me, vorrei non avere quella sensazione che ci sono solo io per me perché, spesso, mi chiedo cosa succederebbe se crollassi, Vorrei non dover essere sempre così forte, mettendo da parte tutte le mie debolezze e fragilità, vorrei sapere che ci sarà qualcuno a tendermi una mano quando ne avrò bisogno ma, soprattutto vorrei essere cullata dal pensiero rassicurante che, quella mano la stringerò perché sarà quell'aiuto che mi farà sentire protetta e in pace con il mondo anche quando il mio cervello sarà in guerra. 


giovedì 13 giugno 2013

Questa sono io.

Due anni fa ho aperto un blog, non per seguire la moda (come, in tanti, hanno pensato.) ma perché avevo tante cose da dire.
I pensieri mi affollavano la mente e dargli voce, per una come me, non è mai stato facile.
Le parole escono fluide, solo quando le scrivo. Io non so dire cosa sento o provo, non sempre riesco a dire quanto uno sguardo o una frase mi abbiano ferito, o al contrario, mi abbiano reso felice.
Troppo chiusa, troppo introversa, una musona, un po' orsa, sempre incazzata... Così - sin da adolescente- mi descriveva chi di me, non sapeva nulla, chi si fermava all'apparenza, chi non volevo far entrare nella mia vita e preferivo vedesse e pensasse solo questo.
È così anche adesso, certe cose non sono destinate a cambiare. Forse, certe cose, in fondo, mi stanno bene così come sono. 
Perché far entrare le persone nella mia vita, è sempre stato un affare troppo grosso, troppo complicato, laborioso, deludente troppo spesso. 
Perché quando apro il cuore, lo faccio senza riserve, SEMPRE. Con gli amici, con l'amore io non conosco limiti, non ho segreti, non ho resistenze, non ho maschere, non conosco tattiche, non mento. 
E il dolore quando qualcuno decide di andare via, non è facile da gestire. 
Io non sono brava a farlo. 
Io mi chiudo in me stessa e non dico niente, non una parole, non un gesto... In realtà, vorrei: urlare, odiare, far capire che dietro a un ostinato silenzio c'è un mondo di sensazioni, emozioni e sentimenti contrastanti e devastanti.

Sono passati due anni e sapete cosa è cambiato? Non riesco neanche più a scrivere, perchè ho sempre paura che esternando i miei pensieri sia più facile per gli altri, invadere il mio mondo e le mie certezze. Crearsi il proprio piccolo universo, non è una cosa semplice e quando pensi di esserci riuscita, ne diventi una custode gelosa...

Kiss. 
R.